C’è qualcosa che devi assolutamente imparare o fare perché vuoi, ti serve, devi? Essere un leader più carismatico, una persona più socievole, imparare una lingua, dimagrire o chissà cos’altro, tante sono le passioni e le voglie degli uomini…
Però aspetti, rimandi, credi che prima o poi qualcuno ti aiuterà o troverai il modo o il corso per farlo o arriverà il lunedì per iniziarlo. Vedi il compito finito e ti spaventa perché è come un palazzo di dieci piani mentre tu sei lì con ancora il primo mattoncino in mano. Eppure chi ha costruito il palazzo da dieci piani è partito dal primo mattoncino e poi ha continuato mettendone uno sopra l’altro fino a terminare l’opera. A raggiungere il risultato.
Come dice Tasha Eurich nel video, inizia da te perché “nessuno investirà in te se non te stesso”.
[Tweet ““Nessuno investirà in te se non te stesso” – Tasha Eurich”]
Respira. Scomponiamo questo procedimento di costruzione e crescita personale. I passi sono pochi e semplici. Applicarli è un po’ impegnativo, non lo nascondo, ma la bellezza del metodo è tale che va bene qualsiasi cosa tu faccia e sia: sportivo, manager, mamma, ragazzo o ragazza con un problema sentimentale, studente, ecc. ecc.!
Gli elementi sono tre.
Primo passo. Conoscere se stessi.
Sapere cosa possiamo fare, in che modo possiamo farlo e soprattutto che limiti abbiamo (cercare di urlarsi e farsi urlare la sporca verità). Molte persone sopravvalutano le proprie capacità. Meno competenti sono, più bravi ritengono di essere. Si chiama “Lake Wobegon Effect” (effetto lago Wobegon), da una serie radiofonica (“A Prairie Home Companion” di Garrison Keillor) dove “tutte le donne sono (dette) forti, tutti gli uomini sono (detti) belli e tutti i bambini sono (detti) sopra la media”.
Tendiamo a considerarci sopra la media perché ci valutiamo sempre confrontandoci agli altri. Non pensiamo di essere “validi” (senza paragoni), pensiamo di essere “migliori” (con un secondo termine di paragone).
Per questo ci possiamo sentire arrivati per un piazzamento in gara senza considerare che è relativo agli avversari e pure a noi stessi in quel momento. Diamo valore assoluto a tutto il nostro essere basandoci di volta in volta su confronti arbitrari, soggettivi e spesso mediocri.
Valutiamoci con obiettività ed evitiamo di agire come se fossimo più intelligenti, bravi, carismatici di quello che siamo perché potremmo apparire stupidi agli occhi degli altri.
Conoscere se stessi quindi vuol dire SOPRATTUTTO dirsi o farsi dire la verità su come siamo e cosa possiamo fare.
Ti può essere utile riflettere, da solo o con un coach, su queste domande:
1) Cosa sto facendo che mi aiuta a procedere bene?
2) Cosa sto facendo che mi intralcia?
3) Come posso migliorare il mio approccio per procedere bene?
Accettare la realtà. Perfino delusi da noi stessi. È il primo passo per essere eccezionali. Ovviamente questa è la valutazione iniziale, perché niente ci è precluso se ci mettiamo mente e passione. Tuttavia occorre essere onesti riguardo la situazione di partenza.
[Tweet “”Accettare la realtà. Perfino delusi da noi stessi. È il primo passo per essere eccezionali.” – Rossella Pruneti”]
Secondo passo. Fare una cosa per volta.
Sceglierne una e concentrarsi su quella. Cerca quella assolutamente importante e decisiva in questo momento e per la tua situazione attuale.
Fai questo esercizio.
Scrivi su un foglio le sei cose più importanti che devi assolutamente fare o migliorare.
Elencale in ordine di importanza. Se ti viene più facile, assegna un voto da 1 a 10 in base alla necessità di risolverle.
Comincia con la prima e passa alla seconda solo quando hai risolto la prima.
Non cercare di cambiare tutto all’improvviso. Non funziona. Lo abbiamo visto con chi inizia la dieta, più la palestra, più il jogging, più mille altre cose… e si ferma dopo una settimana (al massimo).
[Tweet “”È meglio progredire in una sola cosa che non progredire quasi per niente in molte! ” – Tasha Eurich”]
I costruttori procedono a piani d’avanzamento, oltre che un mattone per volta. Fai le fondamenta, fai il primo piano, il secondo…. Il decimo.
Terzo passo. Esercitarsi ogni giorno.
La costanza nel lavoro, nell’apprendimento, nell’allenamento è fondamentale. Nella mia vita non c’è stata cosa più vera. L’ho visto con l’allenamento in palestra e perfino con il lavoro: traducendo ogni giorno, negli anni, sono diventata un vocabolario vivente! Anche meno tempo, ma ogni giorno, ti porta ad edificare un bel po’. Più che rimanere scoraggiato e fermo alla linea di partenza. Domandandoti come mai farai ad arrivare in fondo. Fai il primo passo e gli altri ce li metterai poi lo stesso. L’importante è partire. Col piede giusto. In questo senso, non esiste talento ma tenacia.
Ogni mattina chiediti:
Su cosa mi esercito oggi?
Quali opportunità e modi ho per farlo?
Come misurerò i risultati ottenuti oggi?
Queste tre cose sono automatiche per uno sportivo che ha un programma d’allenamento razionale da seguire. Sono meno evidenti per uno studente, un manager e perfino una mamma che deve gestire casa e famiglia. Ma possiamo imparare il metodo dagli sportivi. Loro stessi lo continuano a fare, con premi e soddisfazioni. Perché non seguire l’esempio di chi ce la fa tanto bene?
Quarto passo (in realtà trasversale a tutti i primi tre). Immaginarsi di essere già diventato eccezionale.
Visualizza che hai raggiunto le competenze cercate o risolto il problema. Come ti senti? Com’è a livello di emozioni, di istinto viscerale, di cuore che batte, di farfalle nello stomaco? È bello, no?
Ogni giorno ricordati di pensare e sentire come sarà quando sarai diventato eccezionale. Culla questa sensazione. Proteggila. Sii grato di poterla pregustare. Cosa aspetti? È la chiave di tutto.
[Tweet “”Ma l’impresa eccezionale, dammi retta, è essere normale”. – Lucio Dalla”]
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