Datti un soprannome per la battaglia in allenamento e nella vita

Un soprannome ce lo hanno avuto tutti i campioni: La Quercia, The Dragon Slayer, The Blade, The Myth, … e tu? Datti un nome di battaglia o lasciatelo suggerire da chi, per amore o per perspicacia, coglie la tua essenza e il tuo progetto. Può servirti non solo a esprimere chi sei, ma anche a ricordarti chi vuoi essere. E diventarlo.

 

Coraggio, qual è il tuo soprannome?

 

“Non preoccuparti se nessuno ti ha dato un soprannome che ti piace veramente. Crealo da te. Non devi dirlo a nessuno. Può essere un tuo segreto. Però, se lo fai, devi vivere coerentemente al nome che ti sei dato. O cambi il nome o cambi la condotta”.

 
Gioca scegliendo il tuo nome. Sì, è come un cambiamento o un disvelamento di identità. Osa essere quello che in cuor tuo sai di essere. Ti vergogni? Giocare è una cosa da bambini?
 

“Ti diranno di crescere e abbandonare il paese delle favole. È vero che dobbiamo crescere quanto a responsabilità e carattere, anno dopo anno. Dobbiamo pensare al lavoro e prenderci cura delle persone importanti della nostra vita. Tuttavia spero di non crescere mai al punto di non sognare più Hulk e poteri sovrumani ad occhi aperti. Quando muore la nostra capacità di sognare, è soffocata anche la nostra aspirazione a migliorare”.

 

Magari non un soprannome per sempre

 
Il nome può cambiare, non impietrirti adesso perché non trovi quello perfetto. Puoi affinarlo o variarlo strada facendo. A Rich Gaspari venne affibbiato quello di “Fat Boy” da Lee Haney, ma sappiamo poi come sia diventato leggendario per il tiraggio tanto che si ribattezzò “The Dragon Slayer”.
 

La forza delle parole

 
Gli antichi Romani dicevano “Nomen omen” e intendevano dire che il nome indica il destino della persona. Al punto che bisogna vivere all’altezza del valore morale insito nel proprio nome.
«Aut nomen, aut mores muta» («O cambi nome, o cambi condotta») fu l’espressione di biasimo rivolta da Alessandro Magno a un militare codardo, che portava il suo stesso nome.
Perfino Adriano Celentano, nelle sue tipiche storie dei ragazzi di borgata con una vita difficile, cantava: “O cambi nome o presto finirai”.
Non suggerisco una posizione così forte, ma è senz’altro vero che un nome di battaglia o un soprannome scelto in modo appropriato può essere il tuo magico abracadabra. “Abracadadra” sembra infatti originare dall’Aramaico e avere come significato: “Creo la cosa di cui parlo”.
Quando te lo ripeti, anche se è “solo una parola”, cambia come ti senti su ciò che stai per fare, cambia ciò che provi e su cosa ti focalizzi. In fondo una parola offensiva e a sproposito è capace di metterti in difficoltà e azzerarti la motivazione per un’intera giornata se non tutta la vita. Usa piuttosto appellativi che ti potenzino.
 

Cosa ottieni se hai un tuo soprannome:

 

  • crei un ruolo per te stesso (questo fa appello alle più potenti tecniche di visualizzazione per migliorare la performance e la qualità della tua vita);

 

  • ti fissi una (buona) reputazione da rispettare (avere o credere di avere uno standard cui mantenersi è di grande aiuto ad impegnarsi rispetto ai propri obiettivi);

 

  • ti infondi l’entusiasmo tipico di quando eri bambino e ti muovi con tante emozioni a fare quello che desideri fare;

 

  • ti doti di un “trigger”, cioè una o più parole che fanno scattare associazioni positive e ti muovono all’azione. Queste parole sono da richiamare quando più ti serve (prima dell’allenamento, durante una serie difficoltosa, nel corso di un esame, svolgendo una riunione di lavoro, in mezzo al traffico quando ti assale lo scoramento…).

 

 Lo hai scelto? Fallo sapere!

 
Nella palestra DPlanet abbiamo deciso di darci tutti un soprannome. Lo scegliamo e lo scriviamo sulla pagina Facebook. Abbiamo già il Monaco, il Soldato, la Zia, il Capitano e il Giaguaro. Il tuo, allora, qual è?