Domande preliminari per riflettere sulla scelta di una categoria di gara nel fitness o bodybuilding (oppure per analizzare il corpo che hai e quello che vuoi, spesso risultato di pressioni esterne, percezioni e stereotipi):
- Sei sicuro di volere gareggiare in quella categoria?
- Perché è importante per te quella categoria?
- Come la vedi?
- Come pensi che la vedano i tuoi amici o familiari?
- Come pensi che sia considerata dalla società in generale?
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Sì, le domande sono un po’ quelle dei famosi meme “What my friends think I do”.
Tutto ciò a me non interessa più di tanto. Nel senso che non criticherò mai le tue risposte. Se lo sport coach coincide con una figura di tecnico (allenatore), posso aggiungerti una consulenza. Per esempio, la tua struttura ossea può non essere adatta per la categoria da te scelta. Di solito evito. Il nostro sport è talmente particolare e potente, che puoi (con il tempo, misurato in anni non in giorni) letteralmente trasformarti. Penso sia solo una coincidenza che prima o poi l’atleta approda alla categoria che io avevo previsto. Succede perché è inevitabile che ci sia portato dalla sua struttura corporea. Come sosteneva Bill Dobbins, ognuno di noi è come un palloncino con una forma di fabbrica ed è bello pronto per volare solo quando è pieno della quantità giusta di aria per mostrare quella sua forma. Scendere di categoria non ha mai funzionato quasi per nessuno. E se ha funzionato, ci sarebbero da analizzare varie altre cose.
Le motivazioni (al limite anche le percezioni, giuste o sbagliate) che hai devono interessare a te.
Devono risuonare in te fino al punto di farti agire. Rompere il bozzolo, togliere lo strato di grasso che ti tiene in sovrappeso, superare la sensazione e la paura di fare quel gesto atletico o anche solo dedicarti a quell’hobby.
Tutto questo discorso vale anche per chi deve mettersi in forma senza gareggiare. Scegliere il corpo che vuoi e puoi avere è, in fondo, un po’ come scegliere una categoria di gara. Il mix è di sogni, aspettative, proiezioni, esigenze di accettazione/massificazione o voglia di protestare sorprendendo con qualcosa di non ordinario. L’arrivo finale sarà sempre, invariabilmente, cosa veramente pensi o vuoi pensare di essere TU. Tanto nel senso positivo quanto negativo: sei un sacco di patate o sei un diamante? Quello che ti senti o che ti hanno fatto sentire di essere determina dove ti collocherai. Un diamante ancora grezzo, se classificato a vista, verrà buttato col carbone o con le pietre. È essenziale che tu riesca a capire come veramente sei dentro per collocarti “bene”.