Limiti nello sport.
Perché non esistono moratorie e limiti nel nostro sport?
Come mai non c’è un tetto massimo alla performance?
Performance – Tempo.
Il livello nel nostro sport si alza di continuo. Questo avviene pressoché in ogni settore, lo sport non è da meno. Non ci sono moratorie e non sbattiamo la testa in un tetto massimo per dei fattori evolutivi, normali, lineari e per dei fattori improvvisi, originali.
I fattori evolutivi e normali sono che una performance maggiore fa più spettacolo. E’ il pubblico che vuole vedere atleti sempre più performanti. Siamo spinti dal progresso in tutto: la scienza, l’alimentazione, le attrezzature per allenarsi, l’integrazione e,, purtroppo, anche il doping.
E poi va da sé che esercitando un’attività si diventa per forza più bravi e più abili a ripetere quel gesto. Quello che a me interessa dirvi, il segreto della performance continua e migliore nel nostro sport, è il fattore improvviso, l’originalità.
Appena pensiamo di avere raggiunto il massimo, di avere striature più profonde o il braccio più grosso o le migliori proporzioni, spunta qualcuno che ha fatto ancora meglio. E’ nella natura dell’essere umano essere votato all’eccellenza ma soprattutto la natura dell’essere umano è quella di avere un potenziale infinito e se nasciamo con un potenziale infinito, come di fatto nasciamo, e se riusciamo ad ascoltare questo istinto di essere votati all’eccellenza, non ci ferma niente. L’unica cosa che può fermarci è la conformità. Ma anche se ci sono dei regolamenti e dei criteri, il nostro sport non è bloccato da quello. La nostra perfomance può andare avanti e i regolamenti sono ritoccati e aggiornati in base all’eccellenza che si presenta sul palco ad ogni competizione.
Il nostro sport, come tutto nella vita, va avanti contrastando quello che non è mai stato fatto e non è mai stato visto.
Quando Rich Gaspari salì sul palco dell’Olympia con i glutei striati, non si era mai visto e non si era mai fatto. Però dopo è diventato lo standard minimo con cui presentarsi all’Olympia e oggi è lo standard minimo con cui presentarsi a qualsiasi tipo di gara.
La cosa più bella è che il potenziale umano è infinito non solo perché non ha inizio e fine ma perché non possiamo valutarlo e misurarlo. Lo stesso Gaspari racconta di avere scoperto per caso, facendo gli affondi camminando, cercando di migliorare la separazione tra quadricipite e bicipite femorale, che gli si striavano i glutei. Insomma questo esemplifica che molte volte quello che siamo capaci di fare non lo sappiamo neanche noi.
Allora cosa fare per attingere a questo serbatoio infinito per una performance continua?
Dobbiamo svegliarci guardando bene dove siamo e cosa possiamo fare. Ma soprattutto dobbiamo agire dal di dentro. Dobbiamo tirare fuori quello che abbiamo (idee, iniziative, grinta, serie in più, ripetizione strappata alla fatica, …) senza farci limitare dalle circostanze esterne e dai regolamenti.
Se in un dato periodo siamo arrivati ad uno standard e questo è il regolamento, l’originalità, quello che è superiore alla media, dà origine ad un nuovo regolamento.
Gli standard sono delle gabbiette ma nascono dall’originalità perchè i regolamenti vengono riscritti tenendo conto dell’infinito potenziale umano. E quasi sempre non è il gregge di pecore che determina il futuro ma è quella pecora nera che si distingue.
Sii una pecora nera, impegnati ad essere originale, non avere paura. Esprimiti. Esprimi il potenziale.
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