51 giorni senza scuse – Parla Rossella – Capitolo 42
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51 giorni senza scuse di Rich Gaspari. Il capitolo che preferisco? Giorno 42: Una monetina per volta
Da bambino, avevo un salvadanaio a forma di porcellino. Nessuno mi dava del denaro da mettere dentro, così si rimpinguava lentamente con monetine da uno o da cinque o da dieci centesimi. Non è uguale? Modelliamo e manteniamo la forma fisica alla stessa maniera. Una monetina per volta.
Chi ha urgenza di mettersi in forma per l’estate, dovrebbe leggere 51 giorni senza scuse. Lo dico perché il programma promette e permette di ritrovare la forma fisica in 51 giorni? In parte. La verità è che non dura affatto 51 giorni. È uno stile di vita. Richiede costanza nella programmazione e nell’impegno a nutrirsi correttamente, ad aggiungere gli integratori adatti, a continuare ad impegnarsi seguendo una tabella d’allenamento. Queste sono cose che le persone le capiscono bene, anche troppo. Osservando chi segue questo stile di vita, gli atleti e gli appassionati, la persona comune pensa che il lavoro sia immane. Si mantiene nella sua convinzione che stare in forma sia una specie di colpo di fortuna (genetica) o che sia grazie all’accesso ad una qualche pozione magica più o meno segreta, più o meno legale.
Il bodybuilding non funziona così e neppure la vita stessa.
Il successo e il fallimento non sono mai improvvisi. La miglior forma di un agonista non è mai improvvisa, ha dietro tutta una storia di dedizione e abitudini, di strategie corrette o anche di strategie sbagliate non più seguite. La stessa suggestione avviene di fronte alle persone famose: guardando attori, cantanti, magnati ci sembra che di botto abbiano avuto fama e soldi. Non li abbiamo mai conosciuti poveri, sconfitti, frustrati. Se poi andiamo a leggere le biografie ci sono riportati tutti i fallimenti e le frustrazioni e l’impegno prima di arrivare al successo. Ricordatevi che c’è tanto di vero quando si dice che le persone sono premiate in pubblico per quello che hanno sbagliato e quindi perfezionato per anni in privato. Il concetto è estremamente difficile da fare comprendere perché la maggioranza delle persone segue, per svariati motivi, l’approccio “tutto o niente”, subito o mai. Si lasciano andare, poi si svegliano preoccupandosi del proprio aspetto fisico solo perché hanno perso una gara o perché c’è in vista un evento, come andare al mare o incontrare un vecchio amico…
Il brutto delle persone che si avvicinano all’allenamento con un approccio “tutto o niente”, è che poi (a parte durare pochi mesi in palestra), quando sono intenti a seguire tutto iniziano ad essere impazienti e commettono stupidaggini: nella dieta, nell’integrazione, nella tabella d’allenamento. Sono persone pericolose per se stesse, sono anche persone di cattivo esempio per gli altri. Soprattutto sono persone destinate a sbagliare, a non avere risultati, seguendo l’approccio più frustrante verso se stessi.
Una volta che hai deciso di cambiare devi lavorare tenacemente: in maniera veloce, rapida ma senza fretta (non è una contraddizione). Devi impegnarti giorno dopo giorno, dopo eventuali sbagli e deviazioni. È questo il vero processo di successo che fa parte della vita. La tartaruga batte la lepre. La formichina diligente mangia mentre la cicala muore di fame. Il contadino semina sempre di primavera, previdente, per avere dei raccolti d’autunno. L’obiettivo principale è scomposto in piccoli obiettivi, comportamenti abitudini rituali intermedi. Sono piccole battaglie vinte giorno dopo giorno che portano alla vittoria e al successo.
Queste abitudini, piccole costanti quotidiane o giù di lì, sono il successo. Il successo arriva dalla somma di tutte le volte che avete preteso di essere meglio e vi siete impegnati per realizzarlo. Non solo nel nostro sport. Ogni volta che perdiamo l’occasione di fare bene, di scegliere bene, di impegnarci, mettiamo un sassolino nel barattolo della sconfitta. Ad esempio, quando ci rivolgiamo a certi prodotti dietetici pensando che siano un rapido rimedio ad un problema di lunga durata. Quando facciamo male la scheda d’allenamento. Quando saltiamo la sessione in palestra o quando ci andiamo ma la diluiamo, la rendiamo tanto insignificante chiacchierando. Quando aggiungiamo un cucchiaino di qualche porcheria light industriale qua e là alla nostra alimentazione.
Quando non siete voi a sabotarvi, perdendo tempo, non dirigendo la vostra vita e non assumendo il controllo continuo delle vostre azioni e abitudini, avete fatto caso che ci pensano gli altri? Ci sono le persone che cercano di annullare il nostro tentativo di cambiare, riportandoci a rituali sbagliati o a quelli che piacciono a loro. L’altro giorno una signora obesa ha chiesto ad un atleta: “Hai terminato la dieta? Sei tornato a mangiare come un cristiano?”. Avrei voluto dirle: “Pensavo che la bestia fosse lei”. Impedite che le credenze o i limiti degli altri derubino i vostri obiettivi. Nel salvadanio mettete sempre i vostri soldini, anche se qualcuno vi invita a sperperarli.